11/08/09 Sul tetto degli Appennini: Monte Falco e Falterona
Dopo una giornata passata a visitare la bella città di Arezzo, il castello di Poppi e il mistico santuario della Verna, fondato da san Francesco, luogo che a mio parere, è degno d’essere chiamato luogo di Dio.
Dopo essere scampati a un branco di cinghiali, con tanto di prole, avvistati vicino a casa.
Eccoci pronti per una nuova gita.
Questa volta ci dirigiamo verso il passo della Calla e scendiamo a Campigna, località di villeggiatura in Emilia Romagna. Obiettivo della gita è salire il Monte Falco, il tetto di questa parte d’Appennino, e il Falterona, famoso perché dal suo versante sud-occidentale nasce l’Arno.
Da Campigna (1077 m) seguiamo l’antica mulattiera che sale, parallelamente alla strada, al passo della Calla (1295 m). Una volta giunti al valico, a destra, imbocchiamo il sentiero 00 che s’insinua tra i tronchi di una giovane faggeta. Ed eccoci di nuovo in questi meravigliosi boschi.
A 1451 m troviamo il vecchio rifugio CAI della Burraia, lo superiamo e presto siamo fuori dal bosco; ci ritroviamo sulla larga dorsale erbosa che collega il Monte Gabrendo al Poggio Lastraiolo (1483 m).
Il tempo non è dei migliori, nubi basse e nebbie.
Proseguiamo in direzione nord-ovest alzandoci verso il Poggio Sodo de Conti (1559 m).
Questo crinale, battuto dai venti, è ricoperto da festuca e mirtilli; vi sono anche pini mughi frutto di un rimboschimento, i faggi invece si fermano poco sotto, rachitici e prostrati dal vento.
Giungiamo così al Monte Falco (1658 m), tetto dell’Appennino tosco-romagnolo.
A nord di questo vi è una riserva integrale con divieto d’accesso per via della presenza di delicate formazioni erbacee d’alta quota e di specie raririssime per l’Emilia Romagna, tra cui la Viola di Eugenia, la Genziana Verna e l’Anemone Narciso.
Superato il Falco ci rituffiamo in una contorta faggeta, la nebbia s’insinua tra i tronchi e ci rincorre, dando un tocco ancora più mistico e arcano al nostro incedere.
Seguiamo il sentiero che piega verso sud ovest e, dopo una deviazione adventure, eccoci sul Monte Falterona (1654 m), padre dell’Arno.
Nei pressi della croce pranziamo e ci concediamo una pausa, nel frattempo le nubi basse si sono un po’ diradate – mentre in quota i cumuli si stanno gonfiando – e finalmente riusciamo a vedere da un lato l’Emilia Romagna, dall’altro le colline toscane: siamo in mezzo a due mondi, sullo spartiacque tra Tirreno e Adriatico.
Ritorniamo sui nostri passi fino al Falco e, poco oltre la cima, giriamo a sinistra per il Sentiero dei Lupi (lo 00): è importantissimo non uscire dal tracciato del sentiero in quanto, come scritto sopra, siamo in una riserva integrale.
Arriviamo alla radura di Piancancelli e, per strada asfaltata immersa in una faggeta, raggiungiamo il Rifugio La Capanna dove ci concediamo un caffè.
Lì vicino, nel piazzale-parcheggio Fangacci de Conti (1483 m), imbocchiamo il sentiero 251 che scende lungo il versante nord del Falco. Le nubi di prima danno ora i loro frutti: si odono brontolii e un ticchettio sulle foglie, sta piovendo, ma quasi non ce ne accorgiamo, perchè il fitto manto dei faggi ci fa da ombrello.
Giungiamo al Ponticino (1277 m), un crocevia, dove proseguiamo sul 251 che coincide con un Sentiero Natura. Al riparo di abeti bianchi, da soli e accompagnati dal suono della pioggia, arriviamo all’auto.
Arezzo
Santuario de La Verna
Sul Falco e Falterona