14 giornata serie a

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parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 09:47
Chievo Milan 2-1
Inter Ascoli 1-0
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 09:48
Il Chievo come un Tir sul Milan
I veronesi battono meritatamente 2-1 i rossoneri. Dopo i gol di Kaladze e Pellissier e un palo di Malagò, nella ripresa arriva la rete della vittoria di Tiribocchi entrato al posto di Amauri
Gialloblù in festa, il Milan è battuto. AnsaVERONA, 3 dicembre 2005 - Il Chievo è squadra tosta; che sfrutta uomini ben rodati, affiatati e motivati. Merito di Bepi Pillon che descrive perfettamente con la sua grinta quella della squadra. Il fatto di giocare contro il signor Milan non lo preoccupa. Basta dire ai suoi: giocate come sapete. E la squadra risponde con una grande prestazione battendo 2-1 i rossoneri, passati con Kaladze e agguantati da Pellissier. Infine schiacciati dalla potenza di Tiribocchi nella ripresa, abile nello sfruttare un impressionante buco difensivo rossonero.
Eppure il Milan, senza Seedorf e Kakà, azzecca l'approccio giusto alla partita: possesso palla, raddoppi costanti e una prefernza ad attccare centralmente, scontrandosi per con l'imbuto della retroguardia veneta, ammassata e impenetrabile. Il Chievo vive sull'aggressività di Giunti e Sammarco a centrocampo e sfruttano la velocità di Pellissier, subito vicino al gol, e l'intelligenza di Amauri, uno che fa perdere la pazienza per la sua capacità di proteggere la palla. I rossoneri vanno spesso in superiorità numerica ed è questa qualità a mettere in crisi la difesa di casa.
Kaladze, particolarmente ispirato, cavalca spesso sulla fascia, sovrapponendosi a Jankulovski. Ed è lui il protagonista, nel bene e nel male, del primo tempo. Il georgiano segna e poco dopo regala a Shevchenko una palla straordinaria che l'ucraino manca clamorosamente a porta vuota. Un possibile 2-0 che fa rallentare inspiegabilmente il ritmo dei rossonero. Il Chievo infatti alza la linea della difesa e in un costante pressing mette sotto la difesa milanista che mostra crepe ormai famose. Tra mischie e interventi affannosi, Malagò colpisce il palo con Dida battuto, che però nulla può nel recupero quando Pellissier gabba un Kaladze quasi sorpreso e in girata infila l'1-1: meritato e da applausi, anche se in fuorigioco millimetrico.
Con Simic al posto di Maldini all'inizio della ripresa, il Milan ha un compito arduo, perché il Chievo è squadra che non si accontenta. I rossoneri, con Stam centrale e il croato sulla destra, peccano di prevedibilità, per di più sempre soluzioni quando si avvicinano all'area di rigore dei gialloblù, abili a farsi trovare sempre con l'uomo in più. Chievo fastidioso, implacabile e furioso che manda in confusione al Milan, troppo statico e morbido per rispondere alla formazione di Pillon. Ancelotti allora aggiunge velocità al gioco: Kakà per Rui Costa. Poi, Sheva per Inzaghi. Ma quando mancano le penetrazioni e i lanci di Seedorf, quando Pirlo non fa quello che sa, allora il Milan è capace di trasformare il Chievo nel Barcellona. Chievo che perde Amauri nel suo ultimo micidiale contropiede. Chievo che si affida a Tiribocchi che, come un autotreno, penetra in area e segna a Dida un gol da brasiliano (solidale) mentre Nesta e Stam stanno a guardare come due statuine rococò. Per il decimo risultato utile consecutivo; a due punti dalla zona Champions League.
Per il Milan ora le sconfitte in campionato sono 3. I punti dalla Juve rimangono 5. Domani potrebbero essere 8. Meglio pensare allo Schalke 04.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 09:49
Adriano trascina l'Inter al tris
La squadra nerazzurra supera l'Ascoli 1-0, centra la terza vittoria consecutiva e aggancia la Fiorentina sul terzo gradino del podio. Decisivo il gol su punizione del brasiliano al 24' p.t.
Adriano, 23 anni, dopo il gol dell'1-0. ApMILANO, 3 dicembre 2005 - E ora via con la Champions, martedì a Glasgow e gran finale con il derby, posticipo di domenica prossima. Ma con tre punti in più in saccoccia (e l'aggancio, almeno momentaneo, alla Fiorentina sul terzo gradino del podio) anche l'approccio ai prossimi impegni non può che essere più carico di fiducia ed entusiasmo. L'Inter ottiene infatti contro l'Ascoli la terza vittoria consecutiva, dopo Parma e Messina, concludendo la gara sull'1-0. Match winner della serata Adriano, in gol al 24' del primo tempo con un gran sinistro su punizione. Per l'Ascoli si allunga la striscia negativa: a secco di vittorie da 7 gare, ora sono salite a tre le sconfitte.
L'Inter è in serata: con Samuel in difesa preferito a Materazzi, e il preannunciato duo d'attacco iniziale composto da Adriano e Recoba, la squadra nerazzurra entra subito in partita, mostrando sin dai primi minuti concentrazione e personalità. Di fronte ha un Ascoli con Biso e Della Morte in campo e Tosto e Cordova in panca, ma soprattutto deciso a dar del filo da torcere alla Beneamata. Come chiarisce dal minuto uno Giampaolo, che dalla panchina incita i suoi a salire e a esercitare un pressing alto e continuo.
Ne nasce un primo tempo godibile sul piano spettacolare e ricco di capovolgimenti di fronte. E' l'Inter a tenere saldamente in pugno le redini della gara, ma l'Ascoli, al solito spregiudicato e intraprendente, cerca in più occasioni di sorprendere la retroguardia nerazzurra. Ma questa Inter non ci sta, ed esercita un'attenzione costante in difesa e nel contempo una pressione altrettanto continua in avanti. Nel giro di tre minuti costruisce tre nitide occasioni da gol, ma Coppola dice no a Recoba, Figo e Adriano fra il minuto 6 e il minuto 8.
Poi è ancora il portiere bianconero a deviare in angolo l'ultima prova generale di Adriano al 15'. Al 24' infatti il brasiliano firma il vantaggio, con un gran sinistro di punizione che sbatte sulla faccia bassa della traversa e si insacca, con Coppola, comunque battuto, che si ferma quasi ipnotizzato dal gran colpo del brasiliano. Recoba fa in tempo ad abbracciare Adriano, poi lascia il posto a Martins per guai muscolari (come in seguito Zanini prenderà il posto di Della Morte per identico motivo). E l'Inter continua a macinare gioco offensivo, il metodo più rodato e sicuro per tenere sotto pressione un Ascoli altrimenti potenzialmente pericoloso in avanti.
Nella ripresa l'Inter abbassa ritmo e baricentro, con l'Ascoli che si fa più insistente sulla trequarti nerazzurra, ma non per questo più pericoloso. Julio Cesar resta di fatto inoperoso, mentre è ancora Coppola a dover fare gli straordinari, in particolare con un doppio intervento al 19', su conclusioni ravvicinate di Adriano e Cambiasso. Col passare dei minuti cresce la sofferenza nerazzurra, con la squadra di Mancini cerca di alleviare la difficoltà con azioni di alleggerimento per gambe e coronarie. Il lifting nerazzurro non riesce un granché, con la squadra visibilmente sempre più stanca e imprecisa. Ma anche l'Ascoli perde colpi, il campo ghiacciato e la temperatura rigida condizionano le squadre, e il risultato non cambia più.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:50
Il Livorno schianta l'Udinese
Con il Barcellona nella testa, friulani sconfitti 2-0 in casa. Prestazione sconcertante che porta all'autogol di Obodo dopo 9' e al raddoppio di C. Lucarelli nella ripresa. Toscani quinti
Obodo disperato, Livorno in festa. AnsaUDINE, 4 dicembre 2005 - Al bivio tra Coppa e campionato, una sconcertante Udinese si fa male da sola contro il Livorno: gioca male, si impallina da sola (autorete di Obodo), subisce la splendida rete di Lucarelli e lancia i toscani verso galassie inesplorate.
Il bivio è in realtà un incrocio. Serse Cosmi ci deve avere pensato tutta la notte. Lui che mercoledì ha un incontro con la storia. Che potrebbe portare la sua Udinese agli ottavi di Champions League. Il Livorno, che non è il Barcellona, ha comunque ossatura da rispettare. Al massiccio turnover di Cosmi, Donadoni risponde con la sola variante Cesar Prates, piazzato a destra al posto di Balleri. I friulani si propongono con Juarez in difesa, Zenoni e Muntari a centrocampo, Di Michele al fianco di Barreto.
Facile intuire che la testa dei bianconeri non sia collegata alle gambe. Più dell'amaranto livornese, il pensiero va al "blaugrana" catalano. E con una squadra organizzata come quella toscana, certe licenze si pagano caro. La formazione di Donadoni ha incastri precisi e fa girare la palla con abilità. Se poi il centrocampo friulano non fa filtro allora è festa per i livornesi. Anche se il gol del vantaggio della squadra ospite è fortuito: un'autorete del goffo Obodo che nel tentativo di spazzare l'area infila nell'angolo del suo portiere. La reazione dell'Udinese è confusa, ma anche condizionata dalla sfortuna, perché Cosmi si ritrova senza Pieri che, per infortunio, deve lasciare a Vidigal. Senza il cursore tutto si complica e solo nella parte finale della prima frazione di gioco, arrivano due occasioni; prima con una doppia parata di Amelia su Vidigal e poi su Felipe, quindi con un colpo di testa angolato ancora di Vidigal su cui il portiere del Livorno compie un miracolo.
Donadoni, per non correre rischi, inizia la ripresa con Balleri al posto di Cesar Prates; uomo che garantisce penetrazioni sulla fascia e maggiore copertura. Ma l'Udinese, nonostante la sua pressione, non sa trovare spazi utilli nella fitta ragnatela difensiva del Livorno. La prevedibilità e la mancanza di elementi come Iaquinta e Di Natale fanno la differenza e senza un centrocampo aggressivo allora è facile per Balleri divorare la fascia e servire una palla fantastica a Locarelli a cui si oppone un eccezionale De Sanctis. Finalmente Cosmi inserisce Di Natale (fuori Obodo) che va a piazzarsi dietro a Barreto. Innesto che regala più incisività, unita alla freschezza di Tissone che rileva Obodo. E che fa Donadoni? Invece di dare spessore alla difesa inserisce una punta, Bakayoko, per Lazetic. Come dire, voglio un altro gol. L'ivoriano obbedisce come un soldatino: vola via sulla destra, lancia a Balleri che magistralmente serve in mezzo all'area Lucarelli, fiondata e gol: 0-2. Contro il Barcellona servirà ben altra Udinese.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:51
Palermo-Cagliari, un tempo per uno
I sardi, con Conti e Bega, rimontano i gol rosanero di Caracciolo e Makinwa. Siciliani che ancora una volta non riescono a chiudere una gara che sembrava saldamente nelle loro mani
Il primo gol di Andrea Caracciolo (LaPresse)PALERMO, 4 dicembre 2005 - Incredibile Palermo, incredibile Cagliari. I sardi riescono a riaprire una partita che dopo il primo tempo, e anche fino alla metà della ripresa, sembrava saldamente nelle mani degli uomini di Del Neri. E invece, l’appuntamento con la vittoria per i rosanero, che manca dal 26 ottobre nella gara contro il Lecce, è ancora rimandato, mentre può sorridere Nedo Sonetti, per una prova tutto cuore dei suoi ragazzi.
Una partita dai due volti: primo tempo tutto di marca rosanero, seconda metà di gioco per il Cagliari. Del Neri all’inizio sembra indovinare la scelta: insistere sui due attaccanti titolari, Caracciolo e Makinwa, piuttosto che puntare su Brienza. Dal canto suo, Sonetti punta su Conti a centrocampo al posto di Budel, e anche questa mossa si rivelerà azzeccata. Nel primo tempo, a parte un inizio equilibrato, il Cagliari non trova le misure, soprattutto a centrocampo. Barone e Corini sono liberi di impostare, e non a caso dai lanci dei due centrocampisti arrivano i gol siciliani. Nel primo tempo, il Cagliari non tira mai in porta. Il succo è tutto qua. Dopo due azioni di Makinwa (11’) e Caracciolo (12’), proprio i due sbloccano il risultato in due minuti di fuoco. Due azioni fotocopia portano il doppio vantaggio ai siciliani. Al 20’, sul perfetto lancio di Barone, Caracciolo stoppa di petto a seguire e con un pallonetto supera Campagnolo. Al 22’, Makinwa scatta sulla verticalizzazione di Corini, Campagnolo scivola e per il nigeriano è un gioco da ragazzi scavalcarlo anche lui con un pallonetto. 2-0 per il Palermo, Cagliari tramortito. Al 37 ci prova Suazo, lanciato da Abeijon, ma Guardalben esce bene sull'honduregno. Ma è più pericoloso Corini, la cui punizione finisce di pochissimo alla destra del palo di Campagnolo.
Nella ripresa, Sonetti prova a dare più spinta ai suoi, mettendo in campo Gobbi per un opaco Conticchio. E subito si vedono i risultati. Il Cagliari mette pressione al Palermo, ci prova Esposito sulla destra, anche se il tornante (15’) lascerà il posto a Cossu, che si rivelerà più prezioso in fase di spinta. Al 10' Agostini scende bene sulla fascia, ma conclude in porta invece di passare verso Suazo o Esposito solissimi e Barzagli respinge. Ma il gol è nell’aria: al 19’ sul cross di Langella, Conti stoppa di petto in area e di sinistro gira imparabilmente verso la porta di Guardalben. Il Cagliari riapre la gara e il Palermo accusa il colpo perché fino al momento del gol di Conti la partita sembrava saldamente nelle mani dei siciliani. Neanche l’ingresso di Brienza riuscirà a riequilibrare le cose, il Palermo sembra impaurito. Anche se al 24' Corini lancia Caracciolo, che solo verso la porta di Campagnolo con un diagonale di destro sfiora il palo, e soprattutto al 29' Brienza ancora per Caracciolo che parte in linea con i difensori, ma il guardalinee sbandiera un fuorigioco che non c'è. E così fino al 43’, quando su una punizione di Conti, Bega da vero centravanti anticipa tutti e devia in rete con un piattone che non lascia scampo a Guardalben. È il 2-2 che taglia le gambe agli uomini di Del Neri. Ci prova ancora Caracciolo, con un colpo di testa che centra in pieno la traversa al 47’. È l’ultimo sussulto dei rosanero, rimontati ancora una volta da un Cagliari tutto cuore. Del Neri resta in bilico, Sonetti sorride.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:52
Vincono la Juve e il calcio
I bianconeri passano anche a Firenze con gol di Trezeguet e Camoranesi. Gara stupenda, la Fiorentina ha messo alla frusta la capolista colpendo due traverse e un palo
David Trezeguet, 28 anni, segna l'1-0. Reuters. FIRENZE, 5 dicembre 2005 - A Firenze vince la Juve, ancora. E vince il calcio, purtroppo quasi una novità. La gara di cartello della 14a giornata, non ha tradito le attese. Anzi. Dopo una settimana trascorsa denunciando razzismo e violenza questa partita ha riconciliato tutti, protagonisti, addetti ai lavori e tifosi, con il pallone. Che ha rimbalzi strani, soprattutto quello di casa nostra, ma quando azzecca quello giusto sa sempre essere poesia. Quella che ti legge dentro, profonda e mai stucchevole. Bella, bellissima. Il risultato? 2-1 per la Juve. Convincente e soddisfatta di incrementare il vantaggio in classifica. Anche la Fiorentina è convincente, sa di essersela giocata alla pari con la prima della classe. Ma soddisfatta proprio no. Tre legni colpiti gridano vendetta.
Le formazioni. Capello conferma gli 11 ipotizzati alla vigilia. Zambrotta ancora a destra, confermata la fiducia a Chiellini che torna a Firenze da nemico. Prandelli preferisce Gamberini a Dainelli e Pazienza a Montolivo: scelta speculativa? Assolutamente no. La risposta la darà il campo.
Firenze è città d'arte. Da quest'anno anche nel pallone. Soprattutto oggi. Il primo tempo è un capolavoro. Una pennellata di Ibrahimovic, uno spruzzo di Pasqual, e poi le griffe di Trezeguet e Pazzini, roba d'autore. Da rimanere incantati, come di fronte alle opere del Museo degli Uffizi. Le squadre si affrontano a viso aperto, la Juve rassicurata dal passo falso della prima inseguitrice, il Milan, la Fiorentina perchè sta già andando oltre ogni più rosea (o viola) previsione: cos'ha da perdere? Nulla. E così si comincia subito col botto: Ibrahimovic, in versione cinque stelle, consegna un bijou a Trezeguet che vale il facile 1-0 per il re dei predatori d'area. La Viola non ci sta, e fa tremare due volte la traversa prima con una capocciata imperiosa di Toni, poi con un missile terra-area di Ujfalusi. La partita è spettacolare, con continui capovolgimenti di gioco. Pasqual è un Pendolino sempre in orario: il suo sinistro non ha fatto rimpiangere quello dell'ex Chiellini. Proprio dal suo ennesimo cross mancino Pazzini, subentrato all'infortunato Jorgensen, sovrasta di testa Cannavaro per l'1-1. Chapeau. Alla Fiorentina, capace di reagire e raggiungere il meritato pari, ma anche alla Juve che risponde all'oltraggio come una belva ferita: Camoranesi si inventa giocoliere e salta avversari come birilli: sul centro dell'italo-argentino Ibra spara a colpo sicuro, ma Frey decide di aggiungere le tinte francesi al quadro internazionale affrescato nei primi 45': la sua parata da urlo manda tutti negli spogliatoi. Tra gli applausi.
Il secondo tempo comincia sulla falsariga del primo. Bello, bellissimo. Una visione che toglie il fiato, come quella che si apprezza dal Ponte Vecchio. Ma oggi il panorma più bello lo si vede al Franchi. La Fiorentina sfrutta il movimento di Pazzini, prezioso supporto al gigante Toni, sulle cui spalle poggia tutta la manovra viola. Lo splendido duello del capocannoniere della serie A con Thuram è un'avvincente partita nella partita. La Juve sfrutta la lucidità di Emerson (molto più attivo di un Vieira sottotono, evidentemente limitato dalla pubalgia), i guizzi di Camoranesi, e un Ibra galattico. E poi, per una volta, un Abbiati eccellente, reattivo ed esplosivo come nei giorni migliori. Dal 20' il ritmo cala, e non poteva essere altrimenti, ma le emozioni continuano. Toni, a tu per tu con Abbiati, lo supera con il destro, lo stadio trattiene il respiro, pronto ad esplodere, ma la conclusione si stampa sul palo. Terzo legno per i viola. La Juve nel finale prova il forcing: vuole uccidere il campionato, esagerata. E ci riesce. Ibrahimovic inventa ancora, Trezeguet fa la sponda di testa, Camoranesi si trova davanti a Frey e lo impallina. La Juve scappa in classifica, vola a +8 sul Milan. Camoranesi festeggia suonando una virtuale chitarra nell'aria: al Franchi oggi si sono divertiti tutti, ma la Juve più degli altri.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:54
Il Siena si arrende al tris Lazio
La squadra di Rossi coglie la quinta vittoria all'Olimpico: Di Canio (primo gol in campionato), Cesar e Tare stendono i toscani, in rete con Bogdani. Nel finale autorete di Peruzzi
La gioia di Paolo Di Canio dopo il primo gol. ApROMA, 4 dicembre 2005 - Sabato prossimo alle 18 si incontreranno Siena ed Empoli, e curiosamente avranno la stessa piccola storia da raccontare: le due toscane sono state entrambe battute 3-2 dalla Lazio in tempi molto recenti. L'Empoli a domicilio, domenica scorsa, il Siena all'Olimpico, oggi.
Ha calato il tris, la squadra di Delio Rossi, rendendo la difesa senese la più battuta del campionato (26 reti al passivo) e cogliendo così il quinto successo interno della stagione (più due pareggi): lo stesso ruolino di marcia del Livorno, solo delle prime quattro della classe hanno fatto meglio.
Reti nobili hanno firmato la vittoria biancoceleste, in un Olimpico all'inizio senza tante facce in curva Nord: i tifosi sono entrati con 15' di ritardo sul fischio d'inizio dell'esordiente in A Marelli (buona la sua direzione in un match non particolarmente complicato e piuttosto corretto: nessun ammonito) in aperta polemica con il presidente Lotito. Tornando alle reti nobili, doppia sottolineatura per Di Canio, 38 anni, al primo centro 2005/06 (poi è stato sostituito da Pandev, che ha fatto molto bene), e per Tare, entrato nel tabellino marcatori anche sette giorni fa ad Empoli. Ma va rimarcata pure la gioia personale di Cesar, che neppure doveva giocare per la lombalgia.
E' stato meritato il successo dei padroni di casa, che comunque raramente si sono potuti rilassare: merito di Bogdani prima (momentaneo 1-1), colpa di Peruzzi poi (errore su cross di Molinaro e autogol nel recupero). E in mezzo Foglio ha preso la parte superiore della traversa su punizione. Il Siena però ha avuto poco da Chiesa (ex fischiato) e non ha messo bene a frutto la superiorità numerica a centrocampo, dove Liverani e Behrami dall'altra parte hanno avuto nei piedi il pallino del gioco. Così la Lazio si issa a 22 punti, nella "parte sinistra" della classifica, mentre il Siena resta zavorrato a 15, e da quel derby toscano di cui sopra (sabato alle 18) dovrà necessariamente cercare il rilancio.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:55
Samp, tre punti in volata
Dopo aver dominato tre quarti del match contro l'Empoli senza trovare il gol, la Sampdoria annulla la resistenza dei toscani con le reti di Borriello e Flachi nel finale
Lo scontro aereo tra Zanetti e Bonazzoli. AnsaGENOVA, 4 dicembre 2005 - L’ultima spallata al teorema di chi giudica pressoché ininfluente il ruolo dell’allenatore la dà Walter Novellino. A quindici minuti dalla fine il tecnico della Sampdoria inserisce Borriello per Bonazzoli nel tentativo di abbattere la muraglia eretta dall’Empoli: gol dell’attaccante (un ex) e raddoppio di Flachi dopo altri 8 minuti.
Un successo raggiunto con grande sofferenza dai blucerchiati. Dal punto di vista delle occasioni il dominio doriano è imbarazzante: gli attacchi alla difesa toscana arrivano da tutte le parti e a Berti non resta che rassegnarsi a un pomeriggio di lavoro straordinario. Il portiere annulla i tentativi di Dalla Bona (diagonale al 24’), Gasbarroni (discesa sulla destra e conclusione al 28’) e Flachi (tentativo a vuoto alla mezzora). E quando Berti proprio non può farci nulla, è il destino a salvare l’Empoli sulla punizione di Volpi fuori di pochi centimetri.
Con otto calci d’angolo in trenta minuti (saranno 13 al 45’) i blucerchiati assediano l’area azzurra. Flachi ci mette un pizzico di fantasia per sbloccare l’impasse, servendo a Volpi un pallone d'oro con un colpo di petto, ma il tiro al volo scaraventato dal centrocampista verso il palo lontano trova la risposta di super Berti. Una sequenza da applausi. Nulla al confronto della palla gol che capita sulla testa di Bonazzoli al 39’: stacco imperioso a bruciare la marcatura di Vanigli e palla indirizzata verso l’angolino; Berti sembra battuto, ma incredibilmente il portiere riesce a distendersi e a toccare con la punta delle dita in corner.
Novellino cambia l’esterno di destra restituendo la fascia a Diana, ma la muraglia toscana sembra tenere anche nella ripresa. Anzi, i toscani fanno capolino dalle parti di Antonioli con una punizione di Almiron e un colpo di testa di Coda. Dentro anche Kutuzov, la Sampdoria raccoglie un’altra manciata di fiele quando Tonetto spara alle stelle il cross di Diana a un quarto d’ora dalla fine. L’ultimo cambio Novellino lo spende per inserire Borriello, e la gara cambia volto. Sul traversone di Pisano lo stacco della punta di scorta sampdoriana è perfetto. Poco dopo Flachi raccoglie il premio per una prestazione da trascinatore con uno slalom tra Almiron e Vannucchi concluso con una stoccata di destro che sorprende Berti.
La Sampdoria sale a quota 23, aggiunge altri 90 minuti all'imbattibilità della sua porta (ora a quota 410) al Ferraris e vendica la sconfitta di Cagliari di domenica scorsa. E in panchina Novellino se la ride…
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:56
Palermo-Cagliari, un tempo per uno
I sardi, con Conti e Bega, rimontano i gol rosanero di Caracciolo e Makinwa. Siciliani che ancora una volta non riescono a chiudere una gara che sembrava saldamente nelle loro mani
Il primo gol di Andrea Caracciolo (LaPresse)PALERMO, 4 dicembre 2005 - Incredibile Palermo, incredibile Cagliari. I sardi riescono a riaprire una partita che dopo il primo tempo, e anche fino alla metà della ripresa, sembrava saldamente nelle mani degli uomini di Del Neri. E invece, l’appuntamento con la vittoria per i rosanero, che manca dal 26 ottobre nella gara contro il Lecce, è ancora rimandato, mentre può sorridere Nedo Sonetti, per una prova tutto cuore dei suoi ragazzi.
Una partita dai due volti: primo tempo tutto di marca rosanero, seconda metà di gioco per il Cagliari. Del Neri all’inizio sembra indovinare la scelta: insistere sui due attaccanti titolari, Caracciolo e Makinwa, piuttosto che puntare su Brienza. Dal canto suo, Sonetti punta su Conti a centrocampo al posto di Budel, e anche questa mossa si rivelerà azzeccata. Nel primo tempo, a parte un inizio equilibrato, il Cagliari non trova le misure, soprattutto a centrocampo. Barone e Corini sono liberi di impostare, e non a caso dai lanci dei due centrocampisti arrivano i gol siciliani. Nel primo tempo, il Cagliari non tira mai in porta. Il succo è tutto qua. Dopo due azioni di Makinwa (11’) e Caracciolo (12’), proprio i due sbloccano il risultato in due minuti di fuoco. Due azioni fotocopia portano il doppio vantaggio ai siciliani. Al 20’, sul perfetto lancio di Barone, Caracciolo stoppa di petto a seguire e con un pallonetto supera Campagnolo. Al 22’, Makinwa scatta sulla verticalizzazione di Corini, Campagnolo scivola e per il nigeriano è un gioco da ragazzi scavalcarlo anche lui con un pallonetto. 2-0 per il Palermo, Cagliari tramortito. Al 37 ci prova Suazo, lanciato da Abeijon, ma Guardalben esce bene sull'honduregno. Ma è più pericoloso Corini, la cui punizione finisce di pochissimo alla destra del palo di Campagnolo.
Nella ripresa, Sonetti prova a dare più spinta ai suoi, mettendo in campo Gobbi per un opaco Conticchio. E subito si vedono i risultati. Il Cagliari mette pressione al Palermo, ci prova Esposito sulla destra, anche se il tornante (15’) lascerà il posto a Cossu, che si rivelerà più prezioso in fase di spinta. Al 10' Agostini scende bene sulla fascia, ma conclude in porta invece di passare verso Suazo o Esposito solissimi e Barzagli respinge. Ma il gol è nell’aria: al 19’ sul cross di Langella, Conti stoppa di petto in area e di sinistro gira imparabilmente verso la porta di Guardalben. Il Cagliari riapre la gara e il Palermo accusa il colpo perché fino al momento del gol di Conti la partita sembrava saldamente nelle mani dei siciliani. Neanche l’ingresso di Brienza riuscirà a riequilibrare le cose, il Palermo sembra impaurito. Anche se al 24' Corini lancia Caracciolo, che solo verso la porta di Campagnolo con un diagonale di destro sfiora il palo, e soprattutto al 29' Brienza ancora per Caracciolo che parte in linea con i difensori, ma il guardalinee sbandiera un fuorigioco che non c'è. E così fino al 43’, quando su una punizione di Conti, Bega da vero centravanti anticipa tutti e devia in rete con un piattone che non lascia scampo a Guardalben. È il 2-2 che taglia le gambe agli uomini di Del Neri. Ci prova ancora Caracciolo, con un colpo di testa che centra in pieno la traversa al 47’. È l’ultimo sussulto dei rosanero, rimontati ancora una volta da un Cagliari tutto cuore. Del Neri resta in bilico, Sonetti sorride
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:57
Treviso e Messina in bianco
Finisce 0-0 lo scontro salvezza al Tenni. Messina un po' meglio nel primo tempo, Treviso generoso nella ripresa, ma mai davvero pericoloso. Solo 5', ma tanti applausi per Zoro
Un contrasto tra A. Filippini e Donati. La PresseTREVISO, 4 dicembre 2005 - Se il migliore in campo è l’arbitro Cassarà, le spiegazioni possibili sono due. O l’arbitro è straordinario, o le due squadre non hanno offerto un grande spettacolo. Cassarà ha diretto bene, ma lo 0-0 del Tenni tra Treviso e Messina farebbe propendere più per la seconda possibilità. L’inizio è folcloristico. La mascotte del Treviso Icio fa il riscaldamento insieme agli arbitri. Dai balconi che danno sullo stadio, compaiono scritte contro il razzismo e a sostegno di Zoro. Ma Zoro non c’è, almeno dall’inizio. Mutti gli preferisce Cristiante e porta l’ivoriano con sé in panchina. Ok: è solo la 14ª giornata, ma Treviso e Messina sentono già la tensione di un importante scontro-salvezza. Come dargli torto? Mutti, forse, rischia la panchina. Cavasin è partito bene, ma ha una voglia matta della prima vittoria, per dimostrare che il suo Treviso può salvarsi. E questa è una ghiotta occasione per entrambi.
Le due squadre partono timorose, attente a chiudere in difesa e molto aggressive e fallose a centrocampo. Il Treviso cerca la torre (un po’ pendente) Fava. Il Messina prende coraggio, fa girare velocemente la palla e gioca molto bene la prima mezz’ora. L’uomo chiave è D’Agostino: svaria su tutta la trequarti ed è il faro della manovra. Sculli è una mosca tze-tze sulla sinistra e crea qualche problema alla difesa trevigiana, Donati è il migliore in mezzo al campo. Zampagna ha la più golosa opportunità, ma la sua girata volante è respinta in corner da Zancopè. Il Treviso soffre ed è compresso dietro. Ci impiega un po’ a carburare. Fava è generoso, ma troppo solo là davanti. Così servono le iniziative di Reginaldo perché il Treviso sia pericoloso. Il brasiliano è vivace, tenta qualche accelerazione e si crea due ottime occasioni (un tiro respinto da dentro l’area, un destro da fuori che sfiora la traversa). Qui termina il primo tempo.
Nella ripresa è un altro Treviso, decisamente più pimpante. Peccato che Reginaldo sia costretto a lasciare il campo per infortunio. Nessuna delle due squadre, però, si renderà veramente pericolosa. Il Treviso spinge tanto sulla corsia di destra con Antonio Filippini e cerca di buttare a centro area più palloni possibili. Ma i cross arrivano dalla trequarti, e non dal fondo. Così gli attaccanti sono costretti a ricevere la palla spalle alla porta e non possono fare più di tanto. Anche perché, quando Fava e Beghetto non vengono anticipati dai difensori messinesi, i compagni sono troppo lontani dall’area di rigore e non riescono a ricevere e a concludere a rete. Morale: il Treviso ha anima e carattere, ma se è il peggior attacco della serie A ci sarà un motivo (solo 3 gol in 7 gare casalinghe). Mutti chiede ai suoi di non farsi schiacciare e prova la carta Di Napoli, sotto sotto credendo di poter portare a casa i 3 punti. Il massimo che raccoglie è un gol annullato proprio a Di Napoli. Sono calati Sculli e D'Agostino e si sente. Nel finale Cottafava, che settimana scorsa si era preso una pallonata da Ibrahimovic, si becca uno schiaffone da Aronica. Cassarà espelle il messinese. Il Treviso tenta l’assalto generoso in superiorità numerica, ma non trova il gol-vittoria. C’è tempo per l’ingresso di Zoro. Il pubblico trevigiano, con intelligenza, lo applaude. Zoro domenica scorsa aveva detto: "Non ho fatto quel gesto per crearmi un personaggio". Invece oggi i riflettori saranno ancora per lui. Merito anche di un Treviso-Messina non certo esaltante.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 17:58
Reggina, casa dolce casa
Cardone replica a Cozza ma De Rosa regala ai calabresi il quinto successo casalingo e condanna il Parma al settimo k.o. esterno della stagione
La Reggina festeggia De Rosa. NewpressREGGIO CALABRIA, 4 dicembre 2005 - La Reggina conferma la propria vocazione a dare il meglio nelle gare interne, il Parma ribadisce l'incapacità assolita di far punti in trasferta (settimo k.o. in trasferta su altrettante partite).
Mazzarri ripropone il 3-4-2-1 con Lanzaro esterno difensivo e Lucarelli avanzato sulla fascia sinistra a centrocampo. In attacco Amoruso unica punta, con Modesto e Cozza alle spalle. Nelle file del Parma Coly è confermato terzino destro. A metà campo Beretta dà fiducia al laterale sinistro Pasquale, davanti Cigarini a supporto di Marchionni.
Parte forte la Reggina che fin dai primi minuti riesce ad imporre agli ospiti il proprio ritmo di gara e si rende subito pericolosa con una conclusione di De Rosa che mette alto di testa sugli sviluppi di un corner. Numerose sono le azioni in velocità di Lucarelli sulla sinistra, facilitate dagli svarioni di Coly, che fatica a trovare la posizione. Quindi al 9' arriva il gol dei padroni di casa: Cozza realizza una splendida rete direttamente dalla bandierina, infilando Lupatelli con un preciso interno destro a girare. La squadra di Beretta conferma le fragilità difensive, testimoniate dai numerosi gol subiti finora dall'inizio di stagione. Ma il primo calo d'attenzione dei calabresi si rivela fatale e concede il pareggio agli emiliani, che, grazie ad un bel colpo di testa del capitano Cardone, possono ripristinare la parità al 13'. Il Parma però va letteralmente in crisi ogni volta che si presenta un calcio piazzato. Al 21' infatti l'ennesima disattenzione della retroguardia gialloblù permette alla squadra di Mazzarri di tornare in vantaggio con De Rosa, nuovamente su calcio d'angolo. Il primo tempo si chiude con la Reggina in vantaggio e padrona del campo. Il Parma è nervoso e poco ordinato in campo, con buchi enormi tra Simplicio e Coly, ma anche sfortunato (clamoroso il palo di Marchionni in chiusura).
Nella ripresa il Parma, privo dello squalificato Corradi, deve scoprirsi per cercare di riagguantare il pareggio ma fatica ad essere incisiva sotto porta. La Reggina si fa sorprendere spesso dai contropiede degli emiliani, ma al 18' i calabresi vanno vicini al gol con un colpo di testa di Franceschini che si infrange sulla traversa. Mazzarri vuole essere sicuro di portare a casa l'ottava vittoria casalinga e decide così di inserire Cavalli al posto di Amoruso in attacco. Dall'altra parte Beretta prova il tutto per tutto e fa entrare il suo numero 10, Morfeo. Ma è proprio il neoentrato a commettere un'ingenuità al 22' che gli costa il cartellino rosso. Il Parma in 10 è costretto a soffrire e a concedere metri di campo alla Reggina. Quest'ultima prova a sfruttare la superiorità numerica e alla mezzora va vicinissima al terzo gol con un colpo di testa di Paredes, che per pochi centimetri non supera la linea di porta.
Beretta, a cinque minuti dal termine, gioca l'ultima carta ed inserisce la punta Dedic al posto di Bolano, provando a dare maggior concretezza al suo attacco. Ma i risultati non sono quelli sperati. La Reggina è molto compatta ed ordinata in fase difensiva, concedendo pochi spazi agli avversari. E' brava poi a ripartire in velocità con Modesto e Cavalli, entrato al posto di Cozza. La gara termina così 2 a 1 in favore dei padroni di casa, che salgono a quota 16 in classifica. Il Parma è sempre più inguaiato, in coda.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 22:38
Cassano c'è, il Lecce risponde
Al Via del Mare la Roma chiude il primo tempo sul 2-0. Il fantasista segna il suo primo gol in campionato, raddoppia Nonda. Ma nella ripresa Cozzolino e Vucinic (su rigore) firmano il 2-2
Rullo all'inseguimento di Cassano. AnsaLECCE, 4 dicembre 2005 - Tra Lecce e Roma finisce 2-2, con i giallorossi ora a quota 20 e i salentini sempre ultimi in classifica. La squadra di Spalletti chiude il primo tempo sul 2-0 e forse si rilassa un attimo, il Lecce rientra in campo col coltello fra i denti e in 12 minuti raddrizza una situazione che sembrava compromessa. Totale: finisce 2-2, con Cassano protagonistra assoluto della gara con al suo attivo un gol, un palo, e giocate d'alta classe.
Alla fine Marianini vince il ballottaggio con Giorgino, che va in panchina. Nella Roma dalle tante assenze (Mexes per squalifica, fra gli altri Montella e Totti infortunati), Cassano gioca con l'ennesimo, forse definitivo, ultimatum pendente sulla testa, contornato da Taddei e Perrotta ed alle spalle di Nonda unica punta. Tommasi gioca al posto del preannunciato Aquilani. La partita giace bloccata fra i piedi dei centrocampisti fino al 20': pressing alto e una buona dose di cautela fanno da freno alle due squadre, che si fronteggiano senza offrire spettacoli o emozioni. Poi a spezzare l'equilibrio ci pensa Cassano, che al 21', su assist di Taddei, si prende tutte le rivincite possibili e immaginabili, segnando il suo primo gol in campionato con un tocco "a cucchiaio" di destro.
La Roma prende coraggio ed esce dal guscio, il Lecce tenta di reagire ma non riesce a impensierire Doni. Così Nonda sfiora il raddoppio al 40' e lo trova invece al 45'. Bovo prova la conclusione dalla distanza, il pallone incoccia in Nonda, cambia traiettoria e inganna Sicignano. E' il 2-0 (quarto gol per il congolese), a questo punto meritato, anche in considerazione di due altri episodi. Al 43' l'arbitro Rizzoli non vede un tocco di braccio (allargato) di Vucinic in barriera su punizione di Chivu, e al 47' Cassano, con una splendida girata, chiama ancora in causa il portiere leccese.
Partita chiusa? Così sembra, e invece il Lecce sorprende la Roma con un avvio di ripresa tanto arrembante quanto efficace. E dimezza lo svantaggio già al 6', grazie a un tocco di Cozzolino su assist di Valdes. Per l'attaccante è il secondo gol in A, per il Lecce una boccata d'ossigeno e di speranza. E infatti la squadra salentina non si ferma, continuando a giocare con aggresività e determinazione. Al 12' arriva il pareggio: Vucinic si avventa su un pallone non trattenuto da Doni su conclusione di Cassetti, Chivu lo ferma in qualche modo, Rizzoli opta per il rigore. Con Vucinic che non si fa pregare. E' il 2-2, si scuote la Roma. Ossia Cassano, che al 20' colpisce un palo. Ma il Lecce non demorde, anzi rilancia, con Konan che momentaneamente pareggia anche il conto dei pali al 34'. Poi deve uscire Cassano, dolorante a una coscia, Bovo colpisce la traversa su calcio di punizione e questa è davvero l'ultima emozione al Via del Mare.
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 22:40
Chievo Milan 2-1
Inter Ascoli 1-0
Fiorentina Juventus 1-2
Lazio Siena 3-2
Palermo Cagliari 2-2
Reggina Parma 2-1
Sampdoria Empoli 2-0
Treviso Messina 0-0
Udinese Livorno 0-2
Lecce Roma 2-2
parrino76
00domenica 4 dicembre 2005 22:40
juventus 39
milan 31

inter 29
fiorentina 29

livorno 25
chievo 24

sampdoria 23
lazio 22

roma 20
udinese 20

palermo 19
empoli 17

reggina 16
siena 15

ascoli 13
messina 9

cagliari 9
parma 9

treviso 8
lecce 8

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