E' tridimensionale?

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Rollei_Pino
00giovedì 14 giugno 2012 01:12
Io preferisco chiamarlo "effetto di presenza" perchè in realtà non si tratta di tridimensionalità vera, però a me sembra di essere lì mentre la facevo. Merito di questo obiettivo per grande formato della Wry London del 1952, mi dà immagini di impronta vintage che adoro.
Ho dato un taglio quadrato ma il formato è un 4x5"; mi sono dimenticato di mettere il paraluce per cui c'è un po' di flare in alto a sinistra, ma c'era anche una leggera foschia in lontanaza. Ha un leggerissimo, quasi inesistente, trattamento antirflessi a singolo strato e mi piace come sfuma le ombre, basta guardare dentro le finestre a destra.
Cosa dite, è accettabile nonostante il flare?

PS. Riguardandola postata qui mi sembra proprio di no! In effetti gli sfondi modificano la percezione.
daggoo
00giovedì 14 giugno 2012 08:49
Cosa serve perche' una foto appaia tridimensionale:
- Sovrapposizione fra gli oggetti, vicino/lontano
- Gradualita' di fuoco, poco sfocato in primo piano aiuta
- Gradualita' di luci e ombre
Sempre secondo il mio parere che vale poco o niente. [SM=g7389]

La tua e' una buona foto ma non mi sembra molto tridimensionale.
Rollei_Pino
00giovedì 14 giugno 2012 09:47
Ciao, come vedi ho cercato di definire meglio in apertura del post:
...Io preferisco chiamarlo "effetto di presenza" perchè in realtà non si tratta di tridimensionalità..

Il termine che uso io, senz'altro anch'esso improprio,"effetto di presenza" è un tentativo di definire una sensazione. Questo effetto è caratteristico dei tripletti e secondo me pure dei Tessar che derivano direttamente da questi, io lo noto soprattutto nelle vecchie ottiche con trattamento a singolo strato (o nessun trattamento). Probabilmente è dovuto ad un modo di trascrivere le ombre, di dare gradualità prospettica, sicuramente nei tripletti è dovuto ad un residuo di curvatura di campo, nei Tessar che con sole quattro lenti non possono correggere tutte le aberrazioni presenti in uno schema ottico, ci sarà un residuo analogo.
Non lo dico io quelle che sono le cause di quella che in questo articolo viene definita Tridimensionalità come pure Marco Cavina fa degli accenni a questo.
www.newoldcamera.com/OpenMind/50%20Summilux.pdf
Marco Cavina in questo bellissimo articolo accenna a come certe aberrazioni diano una impronta caratteristica ad un'ottica:
www.marcocavina.com/articoli_fotografici/Leitz-Summilux-M_50_1,4/00...
...mantiene una
vistosa curvatura di campo sia su infinito che a maggior ragione nel campo ravvicinato, che assieme al particolarissimo
e graduale passaggio dal piano di giacitura astigmatica verso il fuori fuoco forniscono una resa plastica molto evidente
e dal fingerprint personalissimo...

Purtroppo io non sono un esperto di schemi ottici, e credo pochi lo siano ai livelli di Marco Cavina, ma che vecchi schemi, compresi certi della Leitz, siano graditi proprio per la loro personalissima e insostituibile impronta è un dato di fatto.
Molto tempo fa avevo anche postato un articolo in cui a proposito di una ditta giapponese che si è messa a rifare obiettivi sullo schema ottico del tripletto si parlava proprio di questo.

Quindi la tua precisazione riguardo il termine è giusta ma come noti io per primo ho cercato di correggerla, era solo un usare un termine che tutti usano per non dover mettere nel titolo una intera argomentazione.
Rollei_Pino
00giovedì 14 giugno 2012 21:50
Sono tornato questa mattina (una mezzora prima) a rifare la foto, questa volta con il paraluce, il riflesso sulla facciata era tale e quale, e qui si vede quanto conta il paraluce con ottiche praticamente senza trattamento. Ho aggiunto anche un crop di quella che sarebbe una foto stampanta delle dimensioni di un metro e mezzo per un metro e mezzo, anche se non sono un amante dei crop, ma solo per dire che negativi di queste dimensioni ed un discreto obiettivo danno una bella gamma di toni e una ricchezza di dettagli notevoli.
Ne ho fatta anche un'altra che posterò domani. Circa un'ora per fare 2 foto, ma anche questo è il bello di questi formati, la macchina sta sul suo cavalletto e non ha nessuna fretta, studi l'inquadratura, la luce, misuri, valuti, ti fumi una sigaretta, magari ti bevi un'ombra, rispondi ai sorrisi delle ragazze (che sorridono alla macchina), scambi due parole con i curiosi di turno ecc.. E' una filosofia!
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