Il commerciale: un reato?

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Asgeir Mickelson
00mercoledì 28 marzo 2007 00:03
Leggendo un altro topic, mi sono venuti in mente dei dubbi riguardo allo scadere nel commerciale di varie band.

E' un reato "essere commerciali", ovvero cercare di fare musica più semplice (easy-listening, si direbbe oggi) per cercare di arrivare a più persone (leggasi "vendere più copie)?

Una traccia: non mi riferisco a chi fa del commerciale di professione (vedi gruppi bubble-gum, boy-band, cantanti usa-e-getta...), ma a chi è considerato "artista".
mariusko
00mercoledì 28 marzo 2007 09:17
caro Asgeir,

mi verrebbe da chiedere perche' hai sentito la necessita' di precisare che non ti riferisci a certe categorie di musicisti e cantanti che, dichiaratamente, fanno musica usa e getta.

Il problema e' da quale prospettiva vediamo la cosa.

Questo discorso e' stato usato strumentalmente da coloro che si considerano, a torto o a ragione, amanti di una musica "diversa" da quella che "rende" a livello economico.

Quanto sopra implicherebbe:

- Che la cosidetta musica commerciale e' assolutamente la piu' diffusa. Cosa dimostrata in quanto a maggiori vendite corrisponde maggior guadagno. Bisogna pero' capire cosa non e' commerciale.

- Che la musica che vende di piu' e' la peggiore per il sol fatto di vendere di piu'.

- Dulcis in fundo, ed e' questo che in fondo si vuole dimostrare, che la gente non e' in grado di sapere cosa e' meglio per lei poiche', come in Matrix, la sua vita sarebbe governata da scelte non sue.

Questi postulati si commentano da soli. Non sono ne veri ne falsi. Nemmeno il primo in quanto la musica non commerciale finisce nel momento in cui diventi un professionista. La musica non c'entra niente. Questa e' politica.

La musica e' un fatto soggettivo. Un fatto personale che non ha bisogno di giustificazioni ne morali. E tuttavia e' una cosa bellissima quando fatta bene ed in modo ispirato.
Asgeir Mickelson
00domenica 10 giugno 2007 23:29
Re:

Scritto da: mariusko 28/03/2007 9.17
caro Asgeir,

mi verrebbe da chiedere perche' hai sentito la necessita' di precisare che non ti riferisci a certe categorie di musicisti e cantanti che, dichiaratamente, fanno musica usa e getta.

Il problema e' da quale prospettiva vediamo la cosa.

Questo discorso e' stato usato strumentalmente da coloro che si considerano, a torto o a ragione, amanti di una musica "diversa" da quella che "rende" a livello economico.

Quanto sopra implicherebbe:

- Che la cosidetta musica commerciale e' assolutamente la piu' diffusa. Cosa dimostrata in quanto a maggiori vendite corrisponde maggior guadagno. Bisogna pero' capire cosa non e' commerciale.

- Che la musica che vende di piu' e' la peggiore per il sol fatto di vendere di piu'.

- Dulcis in fundo, ed e' questo che in fondo si vuole dimostrare, che la gente non e' in grado di sapere cosa e' meglio per lei poiche', come in Matrix, la sua vita sarebbe governata da scelte non sue.

Questi postulati si commentano da soli. Non sono ne veri ne falsi. Nemmeno il primo in quanto la musica non commerciale finisce nel momento in cui diventi un professionista. La musica non c'entra niente. Questa e' politica.

La musica e' un fatto soggettivo. Un fatto personale che non ha bisogno di giustificazioni ne morali. E tuttavia e' una cosa bellissima quando fatta bene ed in modo ispirato.



Non mi riferisco alle band cosidette "commerciali" di professione proprio perchè non parlo di loro: intendevo discutere di artisti veri (per "veri" considero quelli che fanno musica non a tavolino, o perlomeno qualcosa di simile). [SM=x125655]

Il fatto è che spesso sentiamo dire (io stesso!!) che "tizio non è più quello di una volta, è diventato commerciale", ovvero ha capito come si fanno i soldi e fa canzonette.
mj1983
00lunedì 11 giugno 2007 11:10
purtroppo c'è chi cade sul commerciale appunto per vendere di +, per farsi conoscere da chiunque invece che rimanere sulla propria strada che è molto + onorevole

Se andiamo avanti con la pirateria, sempre + diffusa, andrà a finire che nemmeno il commerciale venderà più e a sto punto mi chiedo se i veri artisti potrebberò ritornare ad avere un loro spazio importante...
mariusko
00martedì 12 giugno 2007 18:57
Re:

Scritto da: mj1983 11/06/2007 11.10
purtroppo c'è chi cade sul commerciale appunto per vendere di +, per farsi conoscere da chiunque invece che rimanere sulla propria strada che è molto + onorevole

Se andiamo avanti con la pirateria, sempre + diffusa, andrà a finire che nemmeno il commerciale venderà più e a sto punto mi chiedo se i veri artisti potrebberò ritornare ad avere un loro spazio importante...



[SM=x125634] Non credo che gli artisti piu' "esclusivi" o "impegnati" siano meno soggetti a fenomeni quali pirateria, file sharing o simili. sono fenomeni che investono piu' o meno tutta la produzione. E' chiaro che per chi vende gia' poco e' maggiormente penalizzato perche' produrre un disco di successo ha piu' o meno lo stesso costo che produrre un disco cosidetto di nicchia....

Penso comunque che gli artisti fanno il loro lavoro, bene o male. Purtroppo il talento ed il lavoro di alcuni non e' gistamente valutato e cio' va a vantaggio di altri che lo meritano meno....
SIMON.MUSICHEAD
00domenica 5 agosto 2007 19:53
è solo politica
Sono d'accordo con Mariusko quando sostiene che la musica conta poi relativamente per questo discorso...

esempi

...Un bambino trova nel calcio una ragione di vita e sogna di diventare un calciatore...

...Un musicista,un cantante trova nella musica una ragione di vita,e non chiede altro che continuare a farlo per tutta la vita in ogni istante della sua giornata...

il bambino cresce e diventa calciatore...scopre che tanti ragazzi che come lui hanno avuto la fortuna di diventare grandi calciatori ma che hanno meno talento e passione di lui,giocano in squadre di categoria superiori alla sua,oppure vincono di più o lo scavalcano perchè raccomandati....raccomandati che se vogliono rimanere sui livelli alti,o sprofondano perchè hanno le gambe corte oppure lavorano il doppio degli altri per rimanere a galla....ma sempre di raccomandati si parla...il bimbo cresciuto dunque capisce che non è poi il mondo che si immaginava da piccolo e fa tanto tanto schifo...


...Un musicista,un cantante diventa un ottimo artista...riconosciuto da tanti addetti del genere musicale a cui appartiene...però rimane nella nicchia...non riesce a sfondare...
ad un tratto viene scoperto da una casa discografica che gli dice: "se tu fai la musica che ti diciamo noi ti rendiamo molto famoso!! "

L'arstista arriva ad un bivio,
se io scelgo questa strada faccio musica che non mi appartiene ma faccio i soldi e posso continuare a suonare per molti altri anni ogni ora della mia giornata,anche perchè si tratterebbe del mio mestiere...e poi una volta diventato famoso posso sempre continuare con le mie gambe e dire a tutti che io sono cresciuto facendo la musica che non è quella che mi ha lanciato....
altrimenti dovrò continuare a fare la mia musica che mi ragala tante emozioni ma che non mi fa arrivare a fine mese senza un lavoro che mi da i soldi per pagarmi le salette,gli acessori per gli strumenti,i posti per dove vado a fare i concerti
....
e questo fa tanto tanto schifo

insomma voi che sciegliete!!?? tutti direbbero cose del tipo....rimango nella nicchia....ma perchè pochi si sono trovati in questa situazione...

è il sistema che è sbagliato....questa non è musica....è politica allo stato puro....

C'EST LA VIE
mariusko
00sabato 18 agosto 2007 10:20
" se io scelgo questa strada faccio musica che non mi appartiene ma faccio i soldi e posso continuare a suonare per molti altri anni ogni ora della mia giornata,anche perchè si tratterebbe del mio mestiere...e poi una volta diventato famoso posso sempre continuare con le mie gambe e dire a tutti che io sono cresciuto facendo la musica che non è quella che mi ha lanciato....
altrimenti dovrò continuare a fare la mia musica che mi ragala tante emozioni ma che non mi fa arrivare a fine mese senza un lavoro che mi da i soldi per pagarmi le salette,gli acessori per gli strumenti,i posti per dove vado a fare i concerti....
"

questo avviene spessissimo: c'e' qualcuno che riesce a barcamenarsi nel compromesso, altri che rinnegano il passato e vanno avanti per la loro strada e altri, molti, che si rendon conto di non avere in realta' le capacita' che credevano inizialmente di avere, e diventano dei musicisti "mercenari" (il termine mi piace di piu' rispetto a "commerciali")

pero' fortunatamente le cose non stanno come dici in altrettanti casi dove:

- Sei un musicista geniale, ed allora tutti gli intenditori di musica del mondo te lo riconoscono, le migliori e piu' prestigiose case discografiche fanno a gara per averti, fai i soldi (magari non molti) e ottima musica.

- Senti di voler fare il compositore di musica "leggera" e allora il dilemma non si pone. Domenico Modugno o Pino Daniele, ad esempio, sono casi eclatanti di validi musicisti che hanno convissuto felicemente con la popolarita', anche se magari da molti non vengono compresi a fondo.

- Si decide, per forma mentis proria, di essere alternativi alla musica delle major e andare avanti per la propria strada.
in questo caso si da una delle tre seguenti ipotesi:

1. Si vivacchia e si cerca di creare intorno a se un'alone di fascino, magari anche con mezzi non prettamente musicali come politica, eccessi, glamour, presenza sui media alternativi.
Generalmente pero' devi prima morire e poi diventi un mito.

2. Ci si consacra ad un eterno studio e ricerca, diventando estremamente serioso e spesso noioso. I musicisti ti debbono qualcosa, la gente nulla.

3. In realta sei un musicista da strapazzo ma non lo vuoi ammettere. E' la solita storia: "sono bravo ma la gente non lo capisce"
Se sei bravo qualcuno lo capisce sempre.... siamo mica tutti scemi?

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