Pelle d’Africa

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jw2h
00sabato 7 aprile 2007 07:26
Colpevole!
Io sono l’omicida silenzioso.
Vivo di sorrisi e caffè macchiati.
Sono il re della dimenticanza.
Io uomo inutile,
gioisco dei miei denari
e del potere che mi danno.
Ma ho paura a guardare il mare…

Mille e poi mille e ancora mille anni
Noi eravamo fratelli
Avevamo gli stessi occhi
La stessa acqua bagnava le nostre labbra
Della stessa carne ci saziavamo
Siamo nati dallo stesso latte
Ed io ti ho tradito!

Mi vergogno della terra che calpesto
Perché nella terrà è il tuo sangue
E nella tua pelle è la terra
Pelle che dovrei amare
Come i tuoi occhi
Di piena notte
Ma non riesco più a guardare il mare…

Povero me!
Ti ho rapito dalla casa di tuo padre
Ti ho fatto baciare i miei passi
Ti ho ucciso per puro divertimento
Tu mio fratello maggiore
Cosa ho fatto mio Signore!
Mi tengo lontano dalle onde…

Mille e poi mille e ancora mille lacrime
Potranno riscattare le ossa che ho nel cuore?
Cada su di me
Lo schiaffo del cielo
Io ho buttato nel mare
Il vino migliore!

Di semi d’uva divina era la tua anima
Fratello mio
Di semi d’uva divina era la tua anima
Fratello mio
Carne della mia carne eri
Da te ho preso le ossa per vivere
Tu eri me!
Tu eri me!

Maledetto sia il mio mondo
Maledetta la mia vita
Maledetti i miei denari
Che ti hanno ingannato!
Senza di te non ho più gambe
Per camminare sulla tua sabbia.
I miei figli non conosceranno il mare
No i miei figli vivranno
Sulla punta più alta della terra.
Lontani dal sangue
Lontani dal sangue

Maledetto sia io in eterno
Maledetto il mio mondo
Maledetto i miei denari
Sei in ogni onda
Sei in ogni granello di sabbia
Tu adesso sei il mare
Tu figlio della terra
Adesso sei il mare
Adesso sei la mia vergogna

Ho rubato il mare al mondo
E il mondo a te
Ho rubato l’orizzonte al tramonto
E il tramonto alla speranza!
Che io sia maledetto in eterno!



Mia culpa dell’uomo europeo, per tutti quei figli d’Africa che avevano una speranza, quella di vivere insieme a noi, come noi, accecati dal falso luccichio del nostro mondo, ma adesso giacciono in fondo al Mediterraneo. Per sempre.

VINCENZO GANCITANO - MAZARA DEL VALLO - SICILIA
GocciaDiParadiso
00sabato 7 aprile 2007 14:30


CARO VINZENZO


poesia adatta ad un Sabato Santo... triste come questo giorno. Non possiamo portare il fardello di tutti i peccati del mondo... non noi, mio caro bimbo. Poesia accusa... ma nn ci può sentire colpevoli x tutto il male che esiste nel mondo. [SM=g28003] Fatti rileggere presto [SM=g28002]

zia



merlino celtic
00sabato 7 aprile 2007 15:14
Bella e vibrante, una poesìa-denuncia.Però io e te siamo piccoli, umili, e non dovremmo accollarci responsabilità che non ci appartengono.I "potenti"? Loro certamente DOVREBBERO.Ma chi insegna a costoro la POESIA, l'AMORE? Io? Tu? Purtroppo non esiste peggior sordo di chi non vuple sentire.

Gio
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