00 22/11/2016 00:55
Visione Elysiane
Riassunto: Smaniosa di poter avere ancora un contatto con le Sorelle perdute, Elysiane si reca nella stanza dei Sacri Simboli e decide di rispolverare le rune di Roseline. Quindi accade qualcosa: gli Spiriti le mostrano Nixi e l'ex Regina, intercettando persino un messaggio di Eiluned. Al termine dell'esperienza extracorporea il messaggio è chiaro: le due donne non sono morte ma non torneranno nell'immediato; qualora lo facessero, la Dama del Lago potrebbe essere già morta.

Commento: Mi sono permessa di non far approvare la giocata poiché tutto quello che Elysiane ha visto è stato a monte concordato con le players delle Sacerdotesse citate. Un sentito ringraziamento va a Sara, Elisa ed Eliana: è sempre un piacere sentirvi [SM=g27836]



☽O☾

E ti direi anche che ti aspetto, anche se non si aspetta chi non può tornare...




***





ELYSIANE [ . > Stanza Sacri Simboli . ] Vaga senza una meta precisa la Dama del Lago, assaporando in silenzio la beltà della solitudine. Di questa se ne è lamentata a lungo: con Inwe, con le Novizie e persino con Rois, eppure eccola abbracciare la sua impavida nemica a cuor leggero. Aiden del Lago riposa nelle sue stanze, il corpicino avvolto nelle lenzuola candide come la pelle dell’albino e le palpebre perlacee ancora riversate sui suoi occhi profondi come pozzi. Mai si sarebbe creduta una buona madre, mai si sarebbe vista nei panni di un’amorevole educatrice, eppure eccola scandire ogni minuto della sua giornata in base alle esigenze della sua creatura; sa di avere poco tempo, una ventina di minuti massimo prima che il figlio di Beltane si risvegli e la pretenda accanto a sé, motivo per cui i suoi passi sono svelti e quatti come quelli d’una volpe: si dirige quasi correndo in direzione della Stanza dei Sacri Simboli, un loco poco frequentato se non in vista di qualche importante rituale. Entrambe le mani si perdono sulla superficie lignea e nodosa della porta, ghermendo il pomo della maniglia con tutte e dieci le dita e spingendo con gli avambracci. Il buio della stanza vuota l’accoglie come una carezza sul viso, intimando al corpo tonico fasciato da una veste nera ed informe di avanzare; i piedi nudi sfidano l’oscurità e le braccia tatuate oscillano accanto ai fianchi dalle fattezze mediterranee, tornando al proprio posto sol quando l’incedere di Elysiane si arresta. Con movimenti accorti, la ventunenne richiude la porta dietro di sé, appoggiandovisi col retro della schiena per fare mentalmente il punto della situazione; ha desiderato tanto esser lì, tanto da avere i sogni pregni di quel loco e dei profumi degli incensi che s’accavallano uno sopra l’altro. Il respiro si fa greve d’agitazione, la fronte quasi suda ed il Medaglione del Drago accoccolato attorno al suo niveo collo sobbalza sospinto dai palpitanti sospiri del suo cuore.

ELYSIANE [ . Stanza Sacri Simboli . ] Quasi rispondendo ai quesiti mentali della giovane donna, l’astro diurno perpetra nel suo movimento circolare, incontrando lungo il cammino celeste le aperture nel muro del Tempio del Sole atte proprio all’illuminazione degli interni; un raggio dorato invade la Stanza dei Sacri Simboli, costringendo Elysiane a coprirsi il volto col braccio destro. Le ciglia sfarfallano due o tre volte prima che le iridi s’abituino alla luce, rivelando alla Somma Sacerdotessa gli abitanti del loco: candele ed aspersori popolano le scaffalature polverose, da cui sbucano pile di fogli degli inventari ed altri oggetti misti; gli occhi smeraldini carezzano indi la Coppa della Conciliazione, vinta al ballo cui ella ha partecipato neanche una luna addietro. Al che il capo si volta sprezzante, scattoso ed imperterrito, vietando allo sguardo d’annebbiarsi per lasciar spazio a ricordi indesiderati. Un baule dai ricchi intarsi spicca su tutto: lo conosce bene la Granger, l’ha adoperato per mettere alla prova Inwe e per nascondere il ciondolo di Decana del Tempio, monile che ora abbellisce la figura della Mezza. I piedi nudi si muovono in direzione del contenitore ed il busto si china, permettendo alle mani di cingere il coperchio e di sollevarlo sino a farlo scorrere all’indietro, rivelando alla giovine il prezioso contenuto: lucenti come gemme, le rune di Roseline danno un silenzioso ma sfavillante benvenuto alla loro precedente padrona. Per un attimo, il volto di nonna Granger e della fu Regina di Avalon si intrecciano nella mente di Elysiane, spingendola ad indietreggiare; indi, vincendo l’iniziale reticenza, la ragazza avvicina la mancina tremante alle pietre, sfiorando con le dita la loro irregolarità e toccando le scanalature là ove la superficie è stata incisa per rendere visibili i simboli. Con sospiro mozzato fuoriesce dalle labbra rosee: sopraffatta dall’emozione, la fanciulla deve reggersi al tavolino per sentirsi sicura. Piano piano riesce persino a prendere in mano qualche runa, girandosele nel palmo e restando con la bocca chiusa, cercando dentro di sé la strada per tentare di comunicare con la Sorella perduta.

Gli Spiriti restano silenti questa volta, osservando la loro sottoposta avvicinarsi alle rune dorate e carezzarle con evidente nostalgia. Fehu, Uruz e le altre scorrono fra le mani della Sacerdotessa con incredibile semplicità, ma poi tutto cambia: Thurisaz è in agguato, in procinto di esercitare il suo potere. Ella è la porta, un ingresso che non deve essere varcato senza prima aver meditato e preso coscienza di sé e delle volontà dell’universo. Elysiane ha contemplato il volere divino a lungo, domandando alla Dea delle risposte che la Trina non le ha concesso; sì, perché Ella non è malvagia né benevola, Ella è patrona dell’Equilibrio e della Verità Suprema. Ha atteso che la Sua Figlia prediletta fosse pronta, che superasse la tristezza, la sofferenza dell’abbandono, i dolori del parto, le gioie della maternità, l’odio per sé stessa e la commiserazione per le disgrazie altrui, attendendola sulla soglia dell’accettazione. Ed ecco che il portale simboleggiato da Thurisaz si spalanca per la Mediterranea: gli Spiriti volano sulla sua imago veloci come gocce di pioggia e si insinuano nelle sue carni sino a prendere il sopravvento. Gli occhi della ventunenne si fanno vacui e distanti, proiettati in una dimensione parallela capace di mostrarle ciò che ha implorato di vedere. La realtà si spoglia dinnanzi al suo volere, conducendola per mano in una landa desolata ove il cielo si confonde con la terra e la foschia regna su ogni cosa. Centinaia di arbusti rinsecchiti da folate di vento gelide celano le loro radici sotto un manto di terriccio crepato dell’arsura, una linea marrone e perpetua che arriva sino all’orizzonte e che non è capace di nascondere alcunché. Ecco perché Elysiane la vede subito: distesa a pancia insù sul suolo polveroso, una giovane ragazza si mostra agli occhi momentaneamente onniscienti della Dama del Lago. Il suo corpo smagrito da comprensibile digiuno è privo di abiti ma coperto di pelli, il volto spigoloso dai lineamenti ancora belli è decorato con simboli tribali dalle sfumature bluastre. Blu sono anche le unghie e le labbra screpolate della donna: ad un’occhiata più attenta, si noterebbero i pugni delle mani serrati ed intenti a reggere delle bacche, verosimilmente ingerite dalla giovane. Ella non è morta: difatti, le costole che sbucano dalla frettolosa copertura delle membra s’alzano e s’abbassano seguendo il ritmo dei suoi faticosi respiri. La Somma Sacerdotessa potrebbe riconoscere i frutti assunti dalla donna, classificandoli come allucinogeni ma non mortali, e potrebbe persino dare un nome alla fanciulla, sulla cui fronte spunta il tatuaggio di una stella nera. Attorno a lei, decine di corvi grandi quanto aquile arrivano da ogni dove, alzando una coltre di polvere coi loro vigorosi battiti d’ali; si fermano a qualche metro dal corpo disteso della fanciulla, seguendo – forse – involontariamente uno schema circolare. La fissano quasi fossero in attesa di qualcosa, vegliando sull’Ancella smarrita in quanto guardiani dei due Mondi. Qualora la Granger si ritrovasse di nuovo a fissare il volto della giovane, noterebbe i connotati cambiare: a poco a poco il volto della Sacerdotessa si deformerebbe sino ad assumere le sembianze di un’altra vecchia conoscenza della Romana, una fra le sue vecchie Sorelle. Elysiane ne riconoscerebbe la voce e potrebbe udirla proferir parola. " Figlie mie, Sorelle qualunque sia il vostro fardello, la vostra preoccupazione, la vostra gioia, ringraziate la Dea per essa. Donate a lei il vostro dolore affinché ne scaturisca forza, dedicate a lei la vostra gioia perché Ella la trasformi in armatura per le vostre battaglie, riponete in lei le vostre Paure cosicché le trasformi in saggezza ". Gli ultimi suoni fuoriusciti dalle labbra della religiosa si perderebbero sopraffatti dal gracchiare dei corvi, i quali si librano in aria come un sol corpo tingendo il cielo di nero. Nero è ciò che vede la Luce suprema del Tempio, almeno finché un sentiero non emerge dalle Nebbie, permettendole di abbracciare con lo sguardo una figura magra ed allampanata dalle vesti logore. I capelli lunghi e scarmigliati della donna misteriosa sono così chiari da confondersi con la foschia ed il nero tatuaggio al centro della sua nivea fronte permette alla visionaria di non perderla di vista. In un istante, la vagabonda si ritrova in un rigoglioso giardino: i pavimenti, le pareti e persino i soffitti sono coperti di edera, l’aria è pregna del dolce profumo dei frutti a primavera inoltrata e la luce è piacevolmente dorata. Una donna dall’aspetto piacente e rubicondo porge una coppa di vino alla bionda, invitandola a fermarsi per qualche ora a festeggiare. Elysiane può scorgere la fanciulla annuire, decidendo di riposarsi e di riacquistare le forze. Attorno ad ella divampa la festa: uomini e donne abbigliati con gonne di foglie danzano attorno ai falò, seguendo il ritmo di cetre e tamburelli. Par impossibile resistere all’attraente magia delle faerie, così potente da convincere l’errante a danzare con giovinette e giovinetti, dimenticando pian piano le sue preoccupazioni. Il paesaggio attorno cambia: le foglie si fanno prima gialle, indi cadono vorticando fra le figure in movimento; arriva la neve ed il gelo, indi di nuovo il calore così due o tre volte, eppure né la Sacerdotessa del Vespro né gli altri membri del piccolo popolo paiono accorgersi del mutare delle stagioni. La Somma può scorgere il proprio volto riflesso in una pozzanghera di neve sciolta ed osservare il mutamento: mano a mano la pelle si raggrinzisce, le palpebre si fanno cadenti ed i capelli si ingrigiscono.

ELYSIANE [ . Stanza Sacri Simboli . ] Tutto accade in fretta: la vista viene improvvisamente a mancare, sostituita da immagini che la ventunenne può classificare come veritiere. Oramai avvezza all’intraprendenza degli Spiriti, ella si lascia accecare e guidare in quel mondo assai desolato; dapprima si perde in una landa disabitata, indi posa lo sguardo sulla fanciulla distesa. Il cuore par smettere di battere nel suo petto quando è capace di identificare la donna: Nixi. Il respiro viene a mancare e le mani s’accucciano all’altezza del seno, seppur ella sia ancora soggiogata dalla visione; sa che la Sorella non è morta e percepisce l’assunzione delle bacche come una prova: Rhiannon stessa annunciò di volere la fu Somma Stella tutta per sé, relegandola fra le Nebbie a Suo piacimento. I corvi, servi diretti dell’Oscura Mietitrice, sorvegliano accuratamente l’Ancella, muovendo i loro capi convulsamente e creando in Elysiane un tremendo stato d’ansia. La Romana farebbe per ritrarsi da quanto visto che ecco che qualcosa cambia: i connotati di Nixi si modificano, le combinazioni si rimescolano sino a ricordare qualcun altro di conosciuto: Eiluned. La Dama del Lago non può scorgerla nitidamente, eppure ne avverte la presenza così come riconosce la sua saggezza nelle parole che raggiungono il suo oto. Purtroppo per la Granger, non è ancora finita. Gli occhi cominciano a bruciare quando un’ulteriore sagoma si palesa; la ventunenne riconosce immediatamente le movenze aggraziate della fu Reggente, le cui iridi cerulee abbracciano con meraviglia il territorio delle faerie. La Somma sa che la Sorella s’era inoltrata nella foschia per cercare la sua bambina scomparsa e dev’essere capitata nel territorio Sempreverde, là ove il tempo par fermarsi. I timori di Elysiane sono confermati dal briciolo successivo di visione: sé stessa riflessa nello specchio d’acqua e soggetta alle angherie dell’invecchiamento, mentre Roseline mantiene la sua proverbiale bellezza. La Guerriera si distacca da tale esperienza extracorporea di getto, ritrovandosi con un gigantesco peso sul petto ed il respiro mozzato. Lentamente riacquista lucidità: anche se la testa le gira vorticosamente, riesce ad incedere sino a raggiungere la porta della stanza, contro la quale s’adagia per alcuni secondi riflettendo si quanto visto. Non le viene da piangere, al contrario: si sente spossata, prosciugata da ogni beltà. Dopo aver penato a lungo per ottenere una risposta, finalmente le è stato mostrato un responso e l’esito non è positivo. Forse le sue Sorelle torneranno, ma se lo faranno ella potrebbe essere già morta. La mancina corre alla bocca per soffocare un eventuale urlo ma le labbra sono esanimi seppur schiuse; lentamente, abbandona la Stanza dei Sacri Simboli in favore della propria alcova, ove spera di trovare suo figlio ancora addormentato. Vuole solo stringersi a lui, abbandonarsi ad un sonno che non verrà a cercarla, facendo sua per osmosi la serenità di Aiden.


)O(





The Golden Priestess
)O( DAMA DEL LAGO )O(




« Questa terra ha bisogno di Lei, noi abbiamo bisogno che tu sia Lei. Sii la nostra forza!. »




Thug Pug