L'ingresso di Lord Leyton nella sala fu un po' goffo, impacciato com'era da una voluminosa mappa dei Sette Regni e un compasso nautico stretti fra le braccia, un'ampia gamma di lettere e pergamene di varia dimensione nella mano destra e un cestino di vimini coperto da un fazzoletto nella sinistra.
Appena varcata la soglia si arrestò, a metà fra la preoccupazione di farsi sfuggire qualcosa di mano e lo stupore di vedere già presenti il Maestro e l'Erede al Trono.
"Altezza, mio buon Maestro, è un piacere constatare il vivo interesse della Casa Reale per le vicissitudini del nostro piccolo continente" esclamò bonario, mentre con evidente sollievo rovesciava sul tavolo il suo carico, alla rinfusa.
Il Primo Cavaliere era di buon umore, lo notò dal mezzo sorriso con cui rispose ai saluti di circostanza e dalla pacatezza nel disporre con ordine il cartiglio, mappa e cestino. "C'è così tanto di cui parlare... dispacci da est, dispacci da sud, un vero bordello, eh?". In realtà non stava parlando a nessuno in particolare, l'ultima non era domanda, ma una constatazione lasciata ad aleggiare nell'aria. Tuttavia il sorriso sul volto di Lord Leyton persisteva.
Si sedette, tolse il fazzoletto che copriva il cestino, prese un biscottino al miele e ne morse metà. "Non vi dispiace se mangio un po', vero?", altra affermazione mascherata da domanda, "mi aiuta a pensare". Chinò il capo sulle carte e iniziò a sfogliarle, intento a ripassare il contenuto dei messaggi.
Quanto ai biscotti, alla quarta pagina se ne era già fagocitati due, e non sembrava voler abbassare il ritmo. Forse in qualche angolo del cervello del Primo Cavaliere era baluginata l'idea che offrine un po' alla delegazione della Valle sarebbe parso un gesto cortese, ma dall'esterno non se ne vide traccia.
Nella seconda partita: Qhorin il monco
Nella terza partita: Roland, Lord di Crakehall
Nella quarta partita: il vecchio Bob