Articolo di Sandro "Sunstoppable" P.
Fonte
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Molti di voi non lo sapranno ma il primo esempio di videogioco apparve nel lontano 1958 ad opera di un fisico della Brookhaven National Laboratory (laboratorio di ricerca nucleare negli USA) di nome William A. Higinbotham (che ha collaborato anche alla realizzazione della prima bomba atomica), che insieme ad un suo collega Robert V. Dvorak, studiò un sistema per far divertire i suoi studenti durante lo studio.
Infatti notando uno scarso interesse da parte dei suoi studenti ai vari convegni di fisica creò, tramite un oscilloscopio (DuMont Model 804) e un computer analogico (Donner), una specie di tennis, chiamato poi Tennis for Two, dove un puntino (la pallina) veniva fatto rimbalzare da un lato all’altro dello schermo (simulando reali leggi fisiche) tramite un rudimentale controller (una specie di manopola) con cui era possibile colpire il puntino per assegnargli una traiettoria tale da non colpire la “rete” presente al centro.
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Il gioco ebbe molto successo tra gli studenti, molto attratti dal fatto che potevano divertirsi studiando. L’esperimento di Higinbotham fu solo un passatempo e non venne neppure brevettato perciò non ebbe seguito.
Quattro anni dopo, cioè nel 1962, un gruppo di studenti di ingegneria elettronica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) capeggiati da Steve Russell, nel tentativo di dimostrare le capacità di calcolo del nuovo computer PDP-1, scrissero lo storico Spacewar, primo e vero “simulatore” di battaglie stellari tra due navicelle.
Il gioco nacque dalla passione di Russell per i primi lanci satellitari e dai primi progetti di esplorazione della luna e consisteva nel far sfidare due navicelle (Wedge e Needle) in battaglie a colpi di missile. Spacewar venne man mano migliorato, venne aggiunto il cielo stellato (in realtà era un programma chiamato Planetarium, una sorta di mappa dettagliata della posizione delle stelle), un punto al centro dello schermo capace di simulare un’attrazione gravitazionale sulle navicelle e venne progettato un controller apposito per il controllo delle astronavi dotato di quattro pulsanti disposti in fila che controllavano la rotazione oraria, quella antioraria, l’accensione dei propulsori e il lancio dei missili.
La copia di Spacewar presente sul PDP-1 di Russell fece velocemente il giro di altre università, tanto che dopo pochi anni ogni computer dedicato alla ricerca ne aveva una.
Dal successo di Spacewar molte persone ne intuirono le potenzialità commerciali, uno di questi fu Nolan Bushnell (che partecipò alla realizzazione di Spacewar) che nel 1970 creò una versione da bar dello stesso Spacewar. Per evitare spese eccessive dovute agli alti costi di un PDP-1, Bushnell progettò una piattaforma in cui far funzionare solamente Spacewar, che ribattezzò Computer Space.
Il progetto fu venduto alla Nutting Associates che ne iniziò la diffusione che si concluse con un fallimento (vennero venduti 500 pezzi su 1500) a causa dell’enorme difficoltà del gioco.
Nel 1972, abbandonata la collaborazione con la Nutting Associates, Bushnell insieme all’amico Ted Dabney fondarono l’Atari Corp. (che si doveva chiamare SyZyGy, nome già registrato da un società di soffitti) debuttando con il famosissimo Pong: una specie di tennis in cui due bacchette controllate da una controller a rotella, non dovevano far uscire dallo schermo la pallina.
Come per i Flipper, per giocare a Pong bisognava introdurre una moneta; il coin-op fu proposto a molte compagnie che però rifiutarono non essendo convinte nell’investire in una nuova forma di intrattenimento.
Senza arrendersi Bushnell decise di piazzarlo in un bar gratuitamente, in modo da poter verificare il reale riscontro di pubblico. La sera stessa il proprietario del bar contattò Bushnell che gli chiese di riprendersi Pong in quanto non funzionava più; arrivato al bar Nolan Bushnell si rese conto che non si poteva più giocare perché il serbatoio delle monete era pieno per cui non si potevano più inserire monetine. Nello stesso anno l’Atari stessa distribuì Pong riscuotendo un incredibile successo iniziando la propria ascesa.
Non tutti sanno però che nel 1966 un ingegnere televisivo della Sanders and Associates (società specializzata nella creazione di radar) di nome Ralph Baer, annotò su un quaderno alcuni schizzi di un progetto di un aggeggio che permetteva di interagire con un normale televisore di casa tramite puntini luminosi da poter muovere a piacimento; questi appunti convinsero la Sanders a iniziare il progetto, depositando i brevetti nello stesso anno, mettendo a disposizione di Baer tutta l’attrezzatura necessaria.
Dopo pochi anni fu pronto il primo prototipo di quella macchina, la prima console della storia il
Magnavox Odyssey (conosciuto anche come Sanders Brown Box) che aveva la particolarità di essere un macchina analogica e non digitale.
L’Odyssey fu commercializzato nel Natale del 1972 con un gioco di tennis da tavolo, molto simile al Pong (ma progettato prima di Pong) di Atari sia nella grafica che nella meccanica, e vendette in due anni circa 365.000 esemplari. Tra le due società ci fu una causa in tribunale per la paternità di Pong vinta poi dalla Sanders.
Da li a poco iniziò l’ascesa dei videogiochi, e delle prime console con la cartuccia interscambiabile (Atari 2600) ma questa è un’altra storia…