00 23/06/2008 19:20
Palermo tra tradizioni e cultura.
Regione .Sicilia - Italia
Palermo tra tradizioni e cultura. Palermo è metropoli del Mediterraneo con la sua arte, la sua cultura e la sua ammaliante natura. E Palermo è soprattutto capitale della cultura siciliana. Una città dalla forte personalità, risultato delle esperienze storico- culturali che ha vissuto, mai subite passivamente, ma percepite e vissute con quella passione e intensità che ha sempre contraddistinto il popolo siciliano. Pirandello afferma: “Sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale sino alla morte”, sottolineando come secoli di dominazione straniera, sin dall’epoca della civiltà etrusca, a volte benevola, spesso repressiva e tirannica, abbiano forgiato il carattere di un popolo fiero e orgoglioso. La città di Palermo ancor più delle altre città siciliane testimonia nei suoi vari aspetti il succedersi delle diverse dominazioni straniere. Duemila anni di colonizzazione, che si riflettono sia sul piano artistico- culturale, sia su quello sociale.

Antiche tradizioni tramandate, rimodellate e arricchite attraverso i secoli, riti religiosi e pagani che ancora oggi rivivono nelle feste e nelle rappresentazioni annuali, eventi che pur avendo ormai perso il senso profondo di fede che li contraddistingueva nelle epoche passate si mettono in scena perché si continui a ricordare la storia di questa isola e più in particolare di questa città. A partire dai riti religiosi con la devozione di Santa Rosalia, patrona della città, che si festeggia tra il 13-15 luglio, con il Corteo del Carro Trionfale e della processione dell'arca argentea della Santuzza; il 13 giugno si festeggia invece San'Antonino dei pescatori, ovvero Sant’Antonio di Padova salvato dalle acque, simbolo dei pescatori perché la statua fu ripescata dal mare dalle reti dei pescatori insieme ad una gran quantità di pesce e poi tutti i riti che si svolgono intorno alla Pasqua e al Natale , riti folkloristici che si tramandano se non proprio immutati, comunque ancora pieni di fascino. Infatti molti di questi eventi, legati alla testimonianza della fede, assumevano in passato anche aspetti molto cruenti nei gesti. I fedeli durante le processioni e le cerimonie religiose arrivavano ad infliggersi delle ferite al fine di espiare un peccato, onorare un voto oppure semplicemente per testimoniare la propria fede, così ad esempio camminavano in processione a piedi scalzi e indossavano pesanti catene oppure percorrevano alcuni tratti di strada in ginocchio. Tali pratiche vennero vietate nel tempo dalla stessa Chiesa, ma queste manifestazioni rimangono ancora particolarmente suggestive, soprattutto per un occhio esterno. I riti religiosi e pagani e le tante leggende tipiche di Palermo sono frutto di quel susseguirsi di dominazioni straniere diverse che hanno influenzato, a volte rimodellandole, le tante storie e credenze tramandate da pastori e contadini.

Camminando per le vie e le piazze di Palermo si percepisce la storia antica di questa città attraverso le tracce lasciate dalle diverse culture che l’hanno dominata. La storia di Palermo affonda le sue radici in epoche antichissime, fino ad arrivare al paleolitico e al neolitico, di cui si hanno testimonianze archeologiche rispettivamente nella Grotta dell’Addaura sul Monte Pellegrino e a Villa Frati.
I primi colonizzatori furono i Fenici. In epoca romana divenne città fiorente e il suo porto centro
di traffici commerciali verso l’Oriente e l’Occidente. In questo periodo l’arte fu influenzata dalla cultura ellenistica come testimoniano l’Ercole che lotta con il cervo e l’Ariete in Bronzo che si trovano nel Museo Archeologico della città. Nel vicino comune di Termini Imerese si trova un anfiteatro romano e l’acquedotto Cornelio. Il lungo dominio di Roma e poi quello di Bisanzio permisero una certa continuità storica, politica e culturale che amalgamò le popolazioni locali con la cultura greco-latina ed il Cristianesimo. Successivamente i Musulmani lasciarono un’impronta orientaleggiante alla città, influenzando in parte edifici realizzati in epoca normanna, come nelle cupole di San Giovanni degli Eremiti o San Giovanni dei Lebbrosi. Furono molte le opere architettoniche volute in seguito dai Normanni per rendere più grandiosa la capitale del loro regno. Sorsero così diversi edifici religiosi tra cui la chiesa della Martorana e la Cattedrale, costruita nel 1185, che pur mantenendo l’originaria impronta normanna, subì svariati rimaneggiamenti, con il risultato di far coesistere vari stili discordanti tra loro e vicino a Palermo il Duomo di Monreale, stupendo esempio dell’arte normanna in Sicilia. Accanto agli edifici religiosi si trovano della stessa epoca i palazzi della Zisa, la Cuba e il palazzo dei Normanni.
Nel periodo svevo spicca senza ombra di dubbio la figura di Federico II, sovrano illuminato, che aprì le porte all’arte, alla scienza, alle lettere e in generale alla cultura tutta dando vita tra le altre cose alla Scuola poetica siciliana. In architettura importò lo stile gotico che come già per l’arte araba influenzerà nel tempo le diverse realizzazioni architettoniche.
Fra settecento e Ottocento Palermo diventa tappa obbligata per gli intellettuali dell’epoca, tra cui Goethe e Hugo in quanto culla della cultura mediterranea.
Il periodo artistico che maggiormente ha contribuito a conferire a Palermo l’aspetto attuale è tuttavia e senza dubbio lo stile Barocco. Ricca e fastosa è la Palermo Barocca nelle chiese delle confraternite più influenti e nei palazzi nobiliari che con la loro maestosità testimoniano un potere e una ricchezza straripanti. E’ in questo periodo, fra Ottocento e Novecento, che fioriscono le famiglie mercantili e imprenditoriali che con lo stile floreale del Liberty faranno di Palermo uno dei centri culturali europei più importanti dell’epoca.

Dopo le vicende del periodo fascista e della seconda guerra mondiale che distrussero in parte anche la città di Palermo, oggi finalmente è di nuovo protagonista di una rinascita culturale.Addentrandosi nel centro storico durante il giorno e anche di sera, si trovano i segni di una nuova ripresa negli eleganti ristoranti nati in antichi chiostri ormai in disuso, o negli spazi polifunzionali, come i Cantieri Culturali della Zisa. Inoltre vengono ogni anno riaperti antichi palazzi che vengono restituiti ai palermitani e ai turisti, come Palazzo Ziino adibito a sede di mostre e centro multimediale. Così Palermo riconquista interesse anche su un piano internazionale da un punto di vista culturale con appuntamenti ed eventi.

Palermo è anche città del mare, non a caso il suo nome deriva da Panormus termine con cui la chiamarono per la prima volta i greci e che sta a significare “tutto porto”. Il centro balneare più importante della città è Mondello, distesa lungo l’arco di una baia, tra il Monte Pellegrino e il Monte Gallo. Mondello è stata oggetto negli ultimi anni di un forte sviluppo edilizio riservato a ville immerse nel verde che hanno reso la zona un quartiere residenziale e ambita meta turistica con i suoi eleganti alberghi, ristoranti e locali di svago. Accanto al nuovo quartiere si può visitare il piccolo centro di pescatori in cui spicca una torre saracena e i resti di un antico castello; sempre sul mare le calette fra Sferracavallo e Isola delle Femmine e seguendo la costa orientale e attraversando le settecentesche ville di Bagheria si arriva a Termini Imerese e a Cefalù.
Nel 2002 e negli anni successivi si è progettato e realizzato il recupero della zona del Foro Italico, antico legame tra il mare e il centro storico di Palermo interrotto dopo la Seconda guerra mondiale da una serie di cause, quali l’accumulo delle macerie prodotte dai bombardamenti.
Oggi da semplice passeggiata lungomare l’area è stata trasformata in un grande spazio a misura d’uomo, accogliente, da vivere fra puro relax e momenti di divertimento, a diretto contatto col mare e col più antico quartiere della città: la Kalsa. Il progetto del Foro Italico testimonia insieme alle altre trasformazioni della città quel forte desiderio di ripresa socio-culturale che negli ultimi anni muove Palermo, tesa a riconquistare quella grandezza e vivacità culturale che indubbiamente le spetta e merita. Molti quindi i segnali di ripresa in questa città dalla forte personalità e dalle mille contraddizioni che le conferiscono un indiscusso fascino secolare e che rappresentano il segreto della sua bellezza.

Palermo attrae e seduce anche i palati con i suoi sapori ricchi, con gli aromi profumati che si possono respirare anche per le vie della città nei folkloristici mercati di Ballarò, Capo, Vucciria e Borgo. La cucina palermitana è stata influenzata, come è avvenuto per tutti il resto, dalla dominazione delle diverse culture che l’anno colonizzata in passato, secoli di storia che hanno contribuito a valorizzare ed arricchire anche questo aspetto locale. Oltre ai buonissimi gelati, alla pasta con le sarde, gli anelletti al forno e il pane con le panelle si trovano saporiti piatti a base di pesce, verdure o ortaggi come la caponata di sole melanzane. Fra i dolci tipici da ricordare, oltre la cassata, i due dolci locali legati alla festa religiosa di San Giuseppe, la sfince ed il torrone di mandorle e la frutta martorana, fatta di marzapane, che una leggenda vuole abbia avuto origine nel convento della Martorana. A Palermo troviamo un unico vino DOC: l’Alcamo o Bianco di Alcamo, ma nella provincia viene prodotto e si può gustare anche il Regaleali Bianco e Rosè.

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tratto da viagginrete-it.it