00 30/06/2008 21:26
"Arriverai con fatica alla verità". Chissà se aveva letto una frase del genere la signora Yasuko Nakamachi nel suo biscottino della fortuna, alla fine di un ricco pasto in uno dei tanti ristoranti cinesi del mondo. Una tradizione, pensano molti, quando insieme al conto, dopo involtini primavera e spaghetti di soia, arriva quel piccolo cornettino di cialda che all'interno racchiude un bigliettino.

biscotti fortuna: Sarà positivo o negativo? Tutti se lo chiedono quando se lo ritrovano fra le mani e lo aprono con la stessa considerazione con cui si legge il bigliettino dei Baci Perugina, col sorriso sulle labbra. Oppure con il piglio con cui si leggono gli oroscopi: "non è vero ma ci credo".

Ma torniamo alla signora Yasuko Nakamachi, che per ben sei anni ha ricercato in giro per il mondo l'origine di questa tradizione cinese e... ha scoperto che è giapponese. Ebbene sì, si tratta di nient'altro che un falso storico. Che spiegherebbe perché i biscottini della fortuna sono diffusi in tutti i ristoranti cinesi del mondo, eccetto che in Cina. Le prime tracce dell'esistenza del pasticcino ripieno di predizioni risalgono al 1878. In un'illustrazione si vede un fornaio giapponese che cucina i suoi "tsujiura senbei", questo il nome originale. Altre prove conducono a pasticcerie a conduzione familiare che si trovano nei pressi di un tempio shintoista di Kyoto. Anche se una differenza c'era: i premurosi giapponesi usavano mettere il messaggio all'esterno, per paura che venisse ingoiato.

Nei primi del Novecento i biscottini della fortuna approdano in California, nascosti nelle valigie di cartone degli immigrati giapponesi. È a questo punto che nasce la commistione con i ristoranti cinesi di San Francisco che se ne appropriano e cominciano a servirli. La leggenda racconta che i marinai di ritorno dalle basi del Pacifico li abbiano scoperti e ne siano rimasti tanto colpiti da averli reclamati anche nei ristoranti cinesi del resto d'America. Il tradizionale senso degli affari dei cinesi ha fatto il resto e i biscottini della fortuna sono diventati una redditizia tradizione. Tanto più che in quel momento i giapponesi non erano nelle condizioni storiche migliori per reclamarne la paternità: durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale tutti sanno come erano distesi i rapporti fra americani e nipponici. Tanto più che per rappresaglia i nippo-americani erano stati anche internati nei campi di lavoro statunitensi.

biscotti- fortuna: Oggi si tratta di un enorme business da oltre tre miliardi di biscottini all'anno ed è in mano a una manciata di società. Fra queste, la Wonton Food di Brooklyn che vanta una banca dati di diecimila frasette, con le relative immaginifiche traduzioni. Le stesse traduzioni che ci fanno spesso ridere. Inoltre, tanto per farsi due risate, si può anche visitare questo simpatico sito: www.kookies.it . Basta cliccare sul biscottino per scoprire la frase che il sistema ha tirato a sorte per noi, scelto da una selezione infinita di frasi positive o negative scritte dagli stessi utenti. Chiunque può lasciare il suo pensiero per il prossimo visitatore.

Magari, per preparare in casa i biscottini della fortuna, si potrebbe prendere qualche idea proprio da questo sito per le frasette. Oppure, idearne di proprie, magari selezionate in base ai propri ospiti. È davvero un'idea simpatica, infatti, da servire in una festa.

Per farli in casa, basta riunire in una ciotola:
1 bianco d'uovo montato a neve,
qualche goccia di estratto di vaniglia,
un pizzico di sale,
30 grammi di farina setacciata,
50 grammi di zucchero a velo
Con il composto ottenuto, disegnate dei cerchi del diametro di 6 centimetri su un foglio di carta da forno, tenendoli ben distanziati. Badate bene a farne pochi per volta, dal momento che in seguito dovrete lavorarli velocemente. Poi infornate per 5 minuti al massimo della temperatura. Tirate fuori i biscottini e forgiateli quando sono ancora caldi, ripiegandoli in due con il bigliettino all'interno e piegando gli angoli. Usate un bicchiere o una piccola ciotolina per tenerli ben fermi finché non si asciugano e prendono la forma.


tratto da girlpower.it
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